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Friday 17 September 2004

La Risoluzione UE 16.9.2004 condanna gli attacchi terroristici in Iraq

La Risoluzione UE 16.9.2004 condanna gli attacchi terroristici in Iraq

Risoluzione del Parlamento europeo
sulla situazione in Iraq

Risoluzione del Parlamento europeo
sulla situazione in Iraq presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e
della Commissione a norma dell’articolo 103, paragrafo 2, del regolamento da Annemie Neyts-Uyttebroeck,
Cecilia Malmström, Baroness
Nicholson of Winterbourne eEmma Bonino a nome del gruppo
ALDE sulla situazione in Iraq B6-0028/2004.

Il Parlamento
europeo,viste le
sue precedenti risoluzioni del 16 maggio 2002, 30 gennaio 2003, 24 settembre
2003 e 12 dicembre 2003, – viste le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dellONU nn. 1483, 1500, 1502 e
1546, visto l’articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,A.
compiacendosi dell’adozione all’unanimità, da parte del Consiglio di Sicurezza
dell’ONU, della risoluzione 1546, del 30 giugno 2004, che conferma la sovranità
del governo provvisorio iracheno e sostenendone l’applicazione, B.
compiacendosi anche della comunicazione della Commissione europea sull’Unione
europea e l’Iraq e dell’ambito di impegno che propone,C. considerando che il
Consiglio europeo del 17 e 18 giugno 2004 ha riaffermato il suo impegno a garantire
la realizzazione di un’Iraq sicuro, stabile, unificato,
prospero e democratico, D. compiacendosi del ripristino della sovranità
irachena, avvenuto il 30 giugno 2004, e della formazione di un governo
provvisorio con pieni poteri che esercita, da tale data, dopo la fine
dell’occupazione e lo scioglimento dell’Autorità provvisoria di coalizione;
plaudendo alla convocazione di una Conferenza nazionale che riflette la
diversità della società irachena e alla designazione di un parlamento
provvisorio, quale strumento supplementare per rafforzare, prima dello svolgimento
di elezioni, la rappresentatività politica delle istituzioni politiche
irachene, E. considerando che la situazione politica e la sicurezza in Iraq
permangono instabili, il che provoca numerosi morti e feriti fra il personale
delle organizzazioni internazionali e la popolazione irachena a seguito della
presenza di molti gruppi terroristici – spesso composti e/o manipolati da
stranieri, il cui obiettivo è di impedire l’instaurazione di un regime
democratico in Iraq, F. considerando che le attuali
circostanze rendono molto difficile il lavoro del governo iracheno e delle
forze di sicurezza internazionali presenti nel paese e pregiudicano gravemente
le possibilità per l’ONU di esercitare appieno il suo ruolo chiave nel processo
di democratizzazione stabilito nella risoluzione 1456 del Consiglio di
Sicurezza, G. considerando che la situazione umanitaria estremamente critica è
dovuta a problemi derivanti dalla distruzione delle infrastrutture di base nel
paese, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico e
idrico, le condizioni igieniche e le cure sanitarie, H.
considerando che la situazione sociale permane anch’essa molto critica a
seguito dell’elevata disoccupazione e della dipendenza della maggioranza della
popolazione dagli aiuti alimentari, I. persuaso
dell’importanza di avviare appena possibile inchieste sulle denunce di
violazione di diritti dell’uomo e di crimini di guerra commessi durante gli
ultimi tre decenni affinché i responsabili siano puniti, J. preoccupato per il
deterioramento della situazione delle donne, in particolare nel sud dell’Iraq,
per la violazione dei diritti delle donne e per l’assenza di partecipazione
delle donne al processo politico; preoccupato inoltre dal riemergere della
religione come fattore dominante e dall’applicazione della Sharia
in molte regioni irachene, che rischia di portare ad una limitazione dei
diritti e delle libertà individuali in particolare delle donne, K. riaffermando
i principi stabiliti nel partenariato strategico
dell’UE con i paesi del bacino mediterraneo e del Medio Oriente,. persuaso che l’emergenza di un nuovo ordine politico in Iraq
dovrebbe essere percepita positivamente dagli Stati confinanti, in quanto
favorisce un’identità di vedute sul modo in cui i paesi della regione dovrebbero
far fronte alle sfide comuni sia a livello politico che economico, M. convinto,
come ha affermato la relazione UNDP sullo sviluppo umano nel mondo arabo, che
tutti gli Stati della regione devono, per completare il loro sviluppo politico,
economico e sociale, basarsi sui principi dello stato di diritto, della
democrazia e dei diritti umani, come affermato in particolare nella
Dichiarazione di Sana il 12 gennaio 2004,

1. riafferma che l’Unione europea è
determinata a seguire e facilitare la trasformazione dell’Iraq nonché la sua integrazione nella comunità internazionale
come partner sovrano, indipendente e democratico nell’ambito di uno stato di
diritto; sostiene fermamente la strategia a medio termine definita dalla
Commissione europea, conformemente a tali principi, nonché qualsiasi altro
impegno volto a realizzare tali obiettivi;

2. ribadisce
la sua condanna degli attentati terroristici contro civili, minoranze
religiose, forze di polizia e soldati della Forza multinazionale, delle catture
di ostaggi e degli atroci assassini che sono stati commessi; afferma che deve
essere profuso ogni sforzo per porre termine a questi tentativi volti a
indebolire, attraverso l’uso della violenza, la determinazione del governo
legittimo iracheno e della comunità internazionale di andare avanti nel
processo democratico;

3. sottolinea
che l’ondata di rapimenti di giornalisti stranieri, operatori sociali e altre
persone non è in alcun modo tollerabile e influenzerà gravemente la volontà
della comunità internazionale di sostenere l’evoluzione del paese verso la
democrazia;

4. esprime
ripugnanza per la barbara uccisione del giornalista italiano freelance Enzo Baldoni, assassinato il 26 agosto 2004 in Iraq dai suoi
rapitori; manifesta il proprio pieno appoggio ai suoi familiari ed amici;

5. è estremamente
preoccupato per la diffusione delle atroci catture d’ostaggi e dei rapimenti,
soprattutto di civili iracheni, compresi i bambini, e il caso dei due
giornalisti francesi rapiti e sottolinea il fatto che i civili, iracheni e
stranieri, non dovrebbero essere usati in nessun caso come merce di scambio o
strumenti per esercitare pressioni politiche;

6. invita il governo provvisorio
iracheno a garantire che i responsabili di questo abominevole
assassinio siano individuati e consegnati alla giustizia;

7. sottolinea
che, nel quadro della risoluzione 1546 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU,
tutte le parti si sono impegnate ad agire in conformità del diritto
internazionale, ivi compresi gli obblighi derivanti dal diritto umanitario
internazionale, e le invita a garantire il rispetto di tali obblighi; condanna
la reintroduzione della pena di morte da parte del governo provvisorio iracheno
e ne chiede l’abolizione;

8. ricorda che la forza
multinazionale disporrà dell’autorità necessaria per
prendere tutte le misure volte a contribuire al mantenimento della sicurezza e
della stabilità in Iraq, in conformità della summenzionata risoluzione e in
collaborazione con il governo sovrano dell’Iraq; invita un numero maggiore di
Stati membri dell’UE a partecipare alla forza multinazionale;

9. valuta
positivamente l’iniziativa discussa da membri dell’Unione araba volta ad
inviare forze in Iraq per migliorare la situazione in termini di sicurezza;

10. ribadisce
il fatto che l’Iraq ha ora l’opportunità di superare il controllo autoritario
che ha segnato la sua storia e di costruire istituzioni democratiche stabili
che garantiscano i diritti di tutti gli iracheni, comprese le minoranze
etniche, religiose e tribali; esprime la convinzione che la condizione
preliminare per migliorare la situazione della sicurezza risiede innanzitutto
nella soluzione dei problemi politici;

11. ribadisce
il fatto che l’UE, grazie alle sue esperienze positive di sostegno ai processi
di transizione dai sistemi autoritari di governo ai sistemi basati sulla
democrazia, dovrebbe continuare a fornire sostegno politico al processo di
transizione e alla restituzione del potere politico all’Iraq e agli iracheni,
in stretta collaborazione con l’ONU; ribadisce che è estremamente importante
assicurare che, nell’implementare le azioni, gli Stati membri dell’UE, la
Commissione europea e l’Alto Rappresentante operino assieme in pieno
coordinamento con l’ONU e con le istituzioni finanziarie internazionali, sia a
livello locale che nei fori internazionali; in tale contesto, ritiene che,
visto il ruolo svolto dall’UE in anni recenti, per quanto riguarda l’assistenza
ai processi elettorali in un certo numero di paesi, si potrebbe istituire e
mettere a disposizione una missione elettorale dell’UE su larga scala per
preparare le elezioni politiche del 2005;

12. invita l’UE ad
avviare un dibattito con la nuova amministrazione e la società irachene sul
ruolo che, a loro avviso, l’UE dovrebbe svolgere in Iraq; ricorda l’importante
contributo che l’UE potrebbe fornire lanciando un dialogo informale con tutta
la società civile irachena, comprese le ONG, i gruppi religiosi, i sindacati e
i nascenti partiti politici;

13. invita l’UE ad offrire il suo
aiuto e la sua competenza per la redazione di una nuova Costituzione irachena
che garantisca il rispetto dello stato di diritto, dei
diritti umani, dei diritti delle donne e delle libertà fondamentali; invita le
nuove autorità irachene a garantire che i diritti delle donne, soprattutto a livello
di diritto di famiglia e di legislazione sullo status personale, siano tutelati
sulla base dell’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne;

14. esorta il Consiglio e la
Commissione a chiedere che si metta immediatamente fine al ricorso alla tortura
e ad altri trattamenti crudeli, disumani o degradanti nei confronti dei detenuti; chiede indagini approfondite, imparziali,
pubbliche e trasparenti sulle denunce di torture e maltrattamenti; chiede
opportune sanzioni a carico delle persone che, a qualsiasi livello di comando,
sono colpevoli di aver ordinato e perpetrato tali abusi o che hanno favorito un
clima di comando che li ha consentiti; ribadisce il diritto di ogni detenuto al
controllo giurisdizionale e alla carcerazione legale;

15. considera le elezioni per
l’Assemblea nazionale transitoria, previste entro gennaio 2005, un importante
passo avanti verso la creazione di un Iraq democratico; si compiace della
costituzione della Commissione elettorale indipendente per l’Iraq e del ruolo
di punta dell’ONU quale consulente del governo provvisorio iracheno sul processo elettorale; chiede che l’UE contribuisca a
fornire sicurezza e a instaurare un’atmosfera pacifica per il processo
elettorale;

16. si compiace
degli sforzi che il governo provvisorio sta compiendo per potenziare –
assistito dai paesi della NATO – forze di sicurezza irachene, ivi comprese le
forze armate; sottolinea la sua profonda preoccupazione per l’insicurezza sul
terreno e chiede ulteriori interventi per garantire la sicurezza regionale e la
stabilità nella zona, quale parte della strategia di vicinato dell’UE; invita
l’UE a svolgere un ruolo particolare al riguardo che potrebbe comprendere la
sponsorizzazione di misure e strumenti a livello regionale per promuovere la
creazione di un clima di fiducia; dichiara che i divieti relativi alla vendita
o alla fornitura all’Iraq di armi o materiale ad esse collegato non si
dovrebbero applicare alle armi o al materiale ad esse collegato richiesto dal
governo dell’Iraq o dalla forza multinazionale per gli scopi previsti dalla
risoluzione 1546 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU;

17. valuta
positivamente la possibilità di un incontro internazionale a sostegno della
transizione politica e della ripresa dell’Iraq, a beneficio del popolo iracheno
e nell’interesse della stabilità nella regione; invita l’UE ad esaminare la
possibilità di cosponsorizzare una conferenza
internazionale sull’Iraq;

18. invita l’UE a cercare con
fermezza di avviare relazioni a lungo termine e un dialogo politico permanente con
il governo provvisorio iracheno, che siano inquadrati
in un partenariato e in una strategia regionali più
ampi; esprime quindi compiacimento per la ripresa delle relazioni diplomatiche
tra l’Iraq e l’Arabia Saudita; invita l’UE ad utilizzare gli strumenti a sua
disposizione per far cessare le interferenze dell’Iran e di altri sugli
sviluppi politici in Iraq;

19. chiede la progressiva istituzione
di un quadro cooperativo politico-economico a livello regionale, che riduca le tensioni e comprenda gradualmente la cooperazione
in materia di sicurezza, in grado di fornire un meccanismo per migliorare la
stabilità nella regione e affrontare il retaggio delle controversie regionali
irrisolte;

20. invita l’UE a contribuire
attivamente alla creazione di un’economia di mercato aperta,
sostenibile e diversificata in Iraq, attraverso le sue competenze e le
consistenti esperienze di lavoro con le economie in transizione, associando la
coesione sociale alla costruzione di forti istituzioni di mercato, nonché alla
liberalizzazione e l’integrazione;

21. incoraggia il proseguimento
dell’assistenza comunitaria per costruire la capacità delle istituzioni
amministrative ed economiche irachene, in particolare la creazione di
un’amministrazione doganale funzionante, per sviluppare le competenze
giudiziarie nonché il quadro regolamentare e
giuridico; chiede che l’assistenza e gli aiuti comunitari siano
specificatamente destinati al ripristino e alla costruzione delle capacità nei
settori dell’istruzione e della sanità iracheni;

22. ribadisce
che il petrolio e le altre risorse naturali devono essere amministrate
integralmente e in piena autonomia dalle autorità irachene;

23. esorta il Consiglio ad
incrementare l’aiuto umanitario, in particolare fornendo alla popolazione irachena
gli alimenti e l’assistenza sanitaria di cui ha
bisogno, e a garantire l’effettiva protezione dei rifugiati e dei richiedenti
asilo; invita il Consiglio e la Commissione a fare quanto in loro potere per
salvaguardare i diritti delle minoranze, come i "marsh
arab" (arabi della palude) nell’Iraq
meridionale, e ad assicurare che le comunità rurali tradizionali siano una
priorità degli aiuti umanitari internazionali;

24. sostiene la proposta della
Commissione europea di prevedere nel 2005 ulteriori
200 milioni di euro quale contributo dell’UE alla ricostruzione dell’Iraq ed
esorta il Consiglio a ricorrere allo strumento di flessibilità per dare
attuazione a tale impegno senza ridurre le spese in altri settori delle azioni
esterne dell’UE; ribadisce che il processo di ricostruzione dovrebbe essere
trasparente in tutti i suoi aspetti, soprattutto politici, economici e
finanziari;

25. rinnova la richiesta di nominare
un inviato speciale dell’UE in Iraq e chiede l’apertura di una delegazione a
pieno titolo della Commissione europea in Iraq non appena le condizioni di
sicurezza sono adeguate;

26. incarica il suo Presidente di
trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al governo
provvisorio iracheno, al parlamento provvisorio iracheno,
al Segretario generale dell’ONU e al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.