Lavoro e Previdenza

Wednesday 17 September 2003

L’ Europa indica quale priorità assoluta la lotta contro il lavoro nero. Progetto di risoluzione del Consiglio sulla trasformazione del lavoro nero in occupazione regolare, Bruxelles 3 settembre 2003

LEuropa indica quale priorità assoluta la lotta contro il lavoro nero

Progetto di risoluzione del Consiglio sulla trasformazione del lavoro nero in occupazione regolare, Bruxelles 3 settembre 2003

IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visti gli articoli 125, 126 e 128 del trattato che istituisce la Comunità europea,

considerando che a più riprese, a Lussemburgo, Lisbona, Stoccolma, Nizza, Barcellona e Bruxelles, il Consiglio europeo ha ribadito che la strategia per nuovi e migliori posti di lavoro deve continuare ad essere una massima priorità per l’Unione europea e gli Stati membri;

considerando che la comunicazione della Commissione sul lavoro sommerso [1] ha indicato che una strategia mirata globale, che preveda un’adeguata combinazione di politiche basata sulla prevenzione, è essenziale se si vuole combattere il lavoro nero in modo efficace, ed ha invitato gli Stati membri a considerare la lotta al lavoro nero come parte della strategia generale per l’occupazione;

considerando che la decisione del Consiglio relativa a orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione ha adottato un orientamento specifico per trasformare il lavoro nero in occupazione regolare basato sull’efficacia delle riforme strutturali previste negli altri orientamenti;

considerando che i Ministri dell’occupazione e della politica sociale dell’Unione europea, nel Consiglio informale di Varese dell’11 luglio 2003, hanno raggiunto un consenso generale sull’importanza del problema del lavoro nero sia per la competitività che per la coesione sociale; ed hanno pienamente riconosciuto che la trasformazione del lavoro nero in occupazione regolare contribuirebbe al raggiungimento della piena occupazione, all’aumento della produttività e qualità del lavoro, al rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, all’eliminazione delle trappole della povertà ed a evitare le distorsioni del mercato;

considerando che, vista l’eterogeneità del lavoro nero, studi non ufficiali fissano le dimensioni dell’economia sommersa a una media compresa tra il 7% e il 16% del PIL dell’Unione europea e del lavoro nero tra il 7% e il 19% del volume dell’occupazione totale dichiarata;

considerando che il lavoro nero ha notevoli implicazioni per i lavoratori, per le imprese, per i consumatori, per la parità di genere e per i sistemi di protezione sociale;

considerando che è comunemente riconosciuto che l’immigrazione clandestina è in certa misura indotta dall’esistenza di opportunità di lavoro nero e che gli immigrati che sono entrati clandestinamente nell’Unione o che non hanno più il diritto di restare nell’Unione costituiscono un’offerta potenziale di lavoratori in nero;

considerando che la Commissione, nella sua comunicazione del 3 giugno 2003 su immigrazione, integrazione e occupazione, ha dichiarato che, poiché il lavoro nero e l’immigrazione clandestina si nutrono a vicenda, è evidente il collegamento con politiche generali finalizzate a eliminare e combattere il lavoro nero, ma è anche necessario rafforzare tali politiche nel quadro di un più ampio policy mix mirato a trasformare il lavoro nero in occupazione regolare;

considerando che l’articolo 4 della direttiva 96/71/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 1996 relativa al distacco dei lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi prevede lacooperazione in materia di informazione tra gli Stati membri;

considerando che la trasformazione del lavoro nero in occupazione regolare e l’efficace attuazione degli orientamenti per l’occupazione richiedono la partecipazione attiva delle parti sociali in tutte le fasi, dalla concezione delle politiche alla loro attuazione.

1. RAMMENTA:

– il nuovo orientamento per l’occupazione specifico in materia di lavoro nero adottato il 22 luglio 2003;- la comunicazione della Commissione del 1998 sul lavoro sommerso in cui questo è definito come “ogni attività retribuita di natura legale ma non dichiarata alle autorità pubbliche, tenendo conto delle diversità dei sistemi giuridici vigenti negli Stati membri”.

2. INVITA GLI STATI   MEMBRI   A:

2.1 tenere conto delle azioni delineate nella presente risoluzione nelle relazioni sullattuazione dell’orientamento per loccupazione in materia di lavoro nero nei loro piani d’azione nazionali per l’occupazione;

2.2 attuare il nuovo orientamento per l’occupazione specifico in materia di lavoro nero tramite una strategia comune europea, che sarà basata sulla prevenzione e sul policy mix previsto nella strategia europea per l’occupazione;

2.3 a perfezionare le statistiche nazionali al fine di fornire una migliore conoscenza della situazione in ciascuno Stato membro e di conseguenza nell’Unione europea;

2.4 riferire sull’attuazione dell’orientamento per l’occupazione in materia di lavoro nero nei loro piani d’azione nazionali per l’occupazione, per progettare a medio termine una strategia comune europea in materia di lavoro nero.

AZIONI E MISURE DI AMPIA PORTATA PER PREVENIRE E ELIMINARE IL LAVORO NERO:

Sviluppare un approccio globale basato sull’azione preventiva che assicuri che tutti i datori di lavoro ed i lavoratori operino all’interno dell’economia ufficiale e nel contesto dell’occupazione regolare, includendo:

– la semplificazione del contesto in cui operano le imprese tramite la rimozione del sovraccarico burocratico, ad es. per l’avvio di un’impresa, tramite la riduzione degli obblighi di presentare relazioni approfondite in caso di assunzione di personale e tramite la revisione della complessa legislazione che ostacola la crescita delle imprese;

– la fornitura di opportune strutture, in particolare nelle zone e nei contesti meno sviluppati, per start-up e imprese di piccole dimensioni che, anche se su base temporanea, registrano una crescita;

– il rafforzamento degli incentivi e la rimozione dei disincentivi per far uscire dal sommerso sia la domanda che l’offerta, tramite la riduzione, ove opportuno, della tassazione sul lavoro, in particolare tra i lavoratori a basso salario, creando politiche di attivazione pertinenti nei riguardi dei beneficiari degli interventi di protezione sociale e rafforzando il collegamento tra accesso alla protezione sociale e lavoro dichiarato per diminuire i rischi della disoccupazione e delle trappole della povertà, nonché prevedendo sistemi di certificazione della qualità opportuni e semplificati per coloro i quali partecipano all’economia ufficiale;

– il rafforzamento della sorveglianza ed il miglioramento della capacità di applicazione della legge, dell’applicazione di sanzioni tramite la cooperazione tra autorità competenti (uffici tributari, ispettorati del lavoro, polizia) e del coinvolgimento attivo delle parti sociali; rafforzare, nel contesto di una migliore capacità di applicazione della legge, la cooperazione transnazionale tra organi competenti nei vari Stati membri per quanto riguarda le attività economiche transnazionali; aumentare la sensibilizzazione per incrementare l’efficacia di questo mix di misure, fornendo informazioni ai cittadini sulle implicazioni del lavoro nero per la sicurezza sociale e sulle conseguenze del lavoro nero per la solidarietà e l’equità; promuovere l’integrazione e combattere la discriminazione delle persone svantaggiate nel mercato del lavoro e raggiungere entro il 2010 gli obiettivi stabiliti nell’orientamento specifico relativo all’oggetto (obiettivi per l’abbandono scolastico e per il divario in materia di disoccupazione).

SFORZI NECESSARI PER MISURARE LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA ED I PROGRESSI CONSEGUITI:

migliorare la conoscenza delle dimensioni del lavoro nero valutando l’entità dell’economia sommersa e del lavoro nero a livello nazionale, sulla base dei dati a disposizione delle istituzioni di sicurezza sociale, delle autorità tributarie, dei ministeri o degli istituti nazionali di statistica, utilizzando parte del materiale di base su cui si fondano gli espliciti adeguamenti di completezza della contabilità nazionale;

concentrare la ricerca sul confronto dei dati aggregati sull’occupazione e sul reddito, confrontare i microdati per esaminare le attività economiche in cui si concentrano [2] lavoro nero e attività sommerse e analizzare l’eterogeneità del lavoro nero;

contribuire allo sviluppo, ove appropriato, della misurazione del lavoro nero a livello dell’UE per poter valutare i progressi verso l’obiettivo di trasformare il lavoro nero in occupazione regolare;

ricercare la cooperazione tra istituti nazionali di statistica sulla metodologia e promuovere lo scambio di conoscenze specialistiche e know-how in materia.

3. INVITA LE PARTI SOCIALI:

ad affrontare uniformemente la questione del lavoro nero nel contesto del loro programma di lavoro pluriennale concordato congiuntamente, come parte del loro contributo all’attuazione degli orientamenti per l’occupazione;

a fornire contesti di contrattazione appropriati in modo da fissare condizioni di lavoro in linea con le forze di mercato di base, pur evitando regolamenti troppo gravosi in particolare per quanto riguarda le piccole e medie imprese;

a trattare ulteriormente il tema del lavoro nero a livello settoriale nel contesto dei comitati settoriali di dialogo sociale.

4. INVITA LA COMMISSIONE EUROPEA:

a evidenziare gli sviluppi ed a trarre insegnamento dall’esperienza degli Stati membri nel contesto della strategia europea per l’occupazione, inclusa l’organizzazione di valutazioni reciproche;

a valutare i miglioramenti metodologici nella descrizione del problema e a descrivere ampiamente i progressi tenendo conto della recente ricerca in materia.