Il Garante della Concorrenza
sul “caro” banche.
Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato Nota 5 febbraio 2007
Un’enorme
variabilità potenziale di prezzi da una banca all’altra per la
stessa tipologia di conto corrente alla quale non corrisponde però la
possibilità del consumatore di scegliere al meglio secondo le proprie
necessità, anche per effetto della diffusione dei conti a canone,
risultati meno convenienti di quelli al consumo. Sono alcuni degli elementi
che emergono dall’indagine conoscitiva sui prezzi alla clientela dei
servizi bancari dell’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato. Nella conclusione dell’analisi, deliberata nella riunione del
1° febbraio 2007, l’Autorità richiama l’esigenza di
una reale trasparenza per consentire ai consumatori le scelte migliori,
insieme all’eliminazione di tutti gli ostacoli alla mobilità da
una banca all’altra.
L’indagine conferma che in Italia il costo medio di tenuta e
movimentazione del conto corrente è molto alto rispetto agli altri
principali paesi UE. La spesa totale annua media (ponderata) di sistema rilevata in Italia è pari a circa 182
euro all’anno; contro un dato europeo molto inferiore (in Olanda
è meno di 35 euro, in Belgio e UK meno di 65, in Francia meno di 99, in Spagna circa 108).
Si tratta di risultati che confermano la maggiore debolezza del processo
competitivo nel nostro settore bancario rispetto agli altri Paesi e
l’assenza di incentivi allo sviluppo di un reale gioco concorrenziale.
Non è infatti la numerosità degli
operatori attivi a garantire condotte aggressive visto che Paesi come Olanda
e Belgio hanno il minor numero di gruppi bancari attivi ma anche il
più basso livello di spesa media di conto corrente.
IL CAMPIONE DELL’INDAGINE
L’analisi
è stata condotta sulla base delle risposte ad un questionario, fornite
da 72 banche operanti sul territorio nazionale, con copertura del 68% degli
sportelli bancari, su dati al 31/03/2006. Sono state identificate 10
tipologie di correntisti, con caratteristiche socioeconomiche diverse, in
grado di determinare differenze nel numero e nelle tipologie di servizi
bancari e finanziari richiesti: si va dal giovane che svolge lavori saltuari,
alle famiglie con uno o più redditi, al pensionato solo che effettua
poche operazioni.
I RISULTATI
Le elaborazioni effettuate
indicano una spesa annua che varia a seconda del
profilo dei correntisti dai 76,3 euro ai 208,8 euro, con un valore medio di
182 euro (vedi tabella 1). Si tratta peraltro di valori costruiti sulla base
di quelle che le stesse banche hanno definito le migliori condizioni
applicabili al profilo indicato.
Dall’indagine è inoltre emerso che i conti correnti a canone, la
cui diffusione è aumentata per tutte le tipologie di banche, risultano
meno convenienti dei conti a consumo: per 9 profili su 10 questi ultimi a
parità di uso, presentano la spesa annua più contenuta, seguiti
dai conti a canone ad operazioni illimitate e quelli a canone con operazioni
limitate (vedi tabella 2). I dati analizzati
evidenziano che nella gran parte dei casi i conti a canone non appaiono
essere dei pacchetti omnicomprensivi bensì delle formule che hanno
prevalentemente la funzione di accorpare le spese di tenuta
conto. L’apparente semplificazione nell’offerta di conti
così strutturati sembra aver agevolato le banche, da un lato, a
collocare conti a prezzi ancora più alti rispetto a quanto il
correntista realmente informato sui singoli servizi e sulla propria
modalità di utilizzo del conto potrebbe sostenere; dall’altro, a
rendere più complessa la capacità di scelta del conto da parte
del consumatore. Infatti, spesso i conti a canone lasciano a carico del
consumatore numerosi servizi di tipico uso del conto (bonifici, prelievo
contante, incasso assegni, ecc) o, viceversa, includono servizi non
tipicamente legati al conto (polizze assicurative, ad esempio), rendendo
così onerosa la valutazione complessiva del conto "più
conveniente".
L’analisi dimostra inoltre che ai conti meno convenienti sono
generalmente associati tassi attivi più contenuti e/o tassi passivi
più elevati. Paradossalmente dunque più un conto è
oneroso in termini di sua tenuta e movimentazione, più non è
conveniente per il correntista in termini di tassi di interesse.
Possibilità di risparmio considerevoli possono essere realizzati
ricorrendo ai conti correnti on-line che consentono di ridurre mediamente di
circa il 60% la spesa. Va peraltro considerato che non si tratta di prodotti
perfettamente sostituibili.
GLI OSTACOLI ALLA MOBILITA’ DELLA CLIENTELA
L’analisi ha
permesso di rilevare che il problema centrale è costituito dagli
ostacoli alla mobilità dei consumatori: si tratta di ostacoli di varia
natura, che incidono sia al momento della scelta iniziale che quando si
vorrebbe cambiare banca.
1) LA SCARSA TRASPARENZA
Dall’indagine
effettuata emerge che il tipo di informazioni e le modalità di
informazione sono tali che il correntista ha difficoltà a selezionare,
nella fase "iniziale" di stipulazione del contratto di conto
corrente, quello più economico. Lo stesso correntista risulta,
inoltre, tipicamente fidelizzato dalla banca una volta
acceso il c/c, avendo scarsissimi incentivi a fare ricerca e dovendo
superare notevoli difficoltà nel momento in cui decide il cambiamento.
La "difficoltà" di scelta è provata dalla
variabilità dei prezzi: il correntista può spendere anche 6, in taluni casi anche
oltre 10 volte in più per lo stesso uso del c/c a
seconda della banca e del conto selezionato. Esiste in sostanza una
"gran parte" di domanda che paga prezzi molto
più alti rispetto alla "nicchia" che seleziona il
conto migliore. Questo si traduce nell’assenza di incentivi da parte
delle banche a cambiare "il sistema", ossia ad informare realmente
ed efficacemente i correntisti: è evidente infatti
che i profitti vengono realizzati sulla domanda fidelizzata non mobile e che
ha selezionato conti a costi alti rispetto all’uso. A tale riguardo, le
analisi condotte indicano che la quantità di informazioni relative
alle condizioni economiche del c/c fornite alla clientela tramite il relativo
foglio informativo appare tale da non agevolare una concreta valutazione del
servizio richiesto e una sua comparazione tra i diversi fornitori. Ad esempio
il 66,6% dei fogli informativi non indica le condizioni riguardanti i
bonifici, il 31,9% le condizioni del bancomat (quota annua e spese di
emissione), il 67,8% dei fogli non riporta le spese del prelievo da ATM di
banche diverse da quella di appartenenza, il 57% non indica le condizioni
relative alla carta di credito, il 46,3% non riporta le condizioni relative
alla gestione/emissione degli assegni, il 32,4% quelle per la domiciliazione
o il pagamento delle utenze.
Per questo occorre, secondo l’Autorità, un ruolo di indirizzo da
parte di soggetti terzi indipendenti, per creare un nuovo contesto dove la
domanda sia in grado di innescare l’effettiva
concorrenza mettendo a confronto le banche.
2) LA FIDELIZZAZIONE FORZOSA
L’indagine
evidenzia l’esistenza di politiche commerciali da parte delle banche
che "aggiungono" elementi di ulteriore fidelizzazione
"forzosa" del correntista, quali costi di uscita elevati per vari
servizi bancari e ulteriori vincoli.
Le spese di chiusura del c/c possono arrivare fino a 150 euro e le spese di
trasferimento titoli ad 80 euro a codice titolo, a fronte dei 30 centesimi
per codice titolo richiesti alla Banche da Monte
Titoli per i titoli in forma dematerializzata (il 99% dei titoli in
circolazione).
E’ inoltre emerso che, in caso di chiusura del c/c, tutte le banche
richiedono la cessazione del servizio di domiciliazione automatica delle
utenze, la restituzione della carta Bancomat e della carta di credito. A
ciò si aggiunga che il 63,6% delle banche non consente il mantenimento
del risparmio amministrato presso la banca, più del 18% non consente
di mantenere il mutuo (che deve essere rimborsato pagando una penale), il 21%
i prestiti personali e più del 4% la polizza vita.
Infine, le modalità informative sono poco comprensibili: ad esempio, i
fogli informativi rinviano spesso a più documenti per risalire ai
prezzi dei servizi; il prezzo di tali servizi è spesso composto da più voci che il correntista deve conoscere e
aggregare per comprendere al reale spesa (tipica la spesa di scrittura).
LE MODIFICHE NECESSARIE
Per agevolare i
consumatori e innescare la necessaria pressione competitiva, occorre, secondo
l’Autorità, una maggior trasparenza, anche con misure che agevolino la comparazione dei c/c, sia la riduzione degli
ostacoli alla mobilità.
In particolare è necessario introdurre:
1) la redazione di fogli informativi sintetici con una chiara indicazione
delle spese anche in una sola voce di costo;
2) l’introduzione di una garanzia di stabilità, almeno per un
arco temporale minimo, delle voci di costo di tenuta e movimentazione del c/c;
3) la piena comparabilità dei costi secondo le esigenze del singolo
consumatore attraverso lo sviluppo di fonti informative, indipendenti dal
sistema bancario, con la costruzione di motori di ricerca;
4) l’informazione annuale sintetica al correntista della spesa
effettivamente sostenuta per la tenuta del conto;
5) indicazione della sua variazione rispetto all’anno
precedente;
6) individuazione di modalità in grado di mantenere in vita i servizi
connessi al c/c per il tempo necessario a completare il trasferimento, per
evitare duplicazioni di costo per il correntista;
7) definizione di una durata temporale massima per l’esecuzione delle
operazioni di trasferimento del c/c;
8) l’eliminazione di tutti i vincoli, contrattuali o di fatto, non
necessari tra c/c e altri servizi e lo sviluppo di meccanismi che consentano
la portabilità del conto corrente.
Roma, 5 febbraio 2007
TABELLA N.1
Spesa annua per il c/c per profilo di utenza (valori mediani),
dati al 31/03/2006.
Profilo
|
spese tenuta conto (€)
|
spesa per commissioni (€)
|
spesa totale* (€)
|
Giovane alla ricerca di primo impiego che svolge
lavori saltuari, vive in famiglia, necessita di carta pre-pagata ed
effettua operazioni di c/c on-line.
|
54,6
|
19,0
|
76,3
|
Trentenne con lavoro dipendente, single e senza
figli, che necessita di Bancomat e carta di credito, effettua operazioni di
c/c on-line e vive in affitto, senza esigenze di scoperto e domiciliazione
utenze.
|
111,5
|
87,5
|
189,2
|
Trentenne con lavoro dipendente, single e senza
figli, che necessita di Bancomat e carta di credito, effettua operazioni di
c/c on-line e vive in affitto, con esigenze di scoperto e domiciliazione
utenze.
|
109,0
|
53,0
|
166,4
|
Famiglia monoreddito da lavoro dipendente, senza
figli, che necessita di Bancomat, con esigenze di finanziamento e mutuo.
|
87,5
|
82,7
|
177,2
|
Famiglia bi-reddito da lavoro dipendente, con
figli minorenni, che necessita di Bancomat e carta di credito, con esigenze
di finanziamento, domiciliazione utenze, mutuo e risparmio gestito.
|
147,5
|
44,9
|
196,3
|
Famiglia monoreddito da lavoro artigiano, con
figli minorenni, che necessita di Bancomat, effettua numerose operazioni,
con esigenze di finanziamento e risparmio gestito.
|
84,3
|
113,7
|
208,8
|
Famiglia monoreddito da libera professione, con
figli minorenni, che necessita di Bancomat e carta di credito, effettua
operazioni di c/c on-line, effettua numerose operazioni, con esigenze di
risparmio amministrato.
|
157,0
|
35,0
|
192,3
|
Pensionato, senza persone a carico, che effettua
poche operazioni
|
48,0
|
47,8
|
96,6
|
Famiglia di pensionati, senza persone a carico,
che necessita di Bancomat, domiciliazione utenze e risparmio gestito.
|
62,0
|
60,7
|
125,8
|
Famiglia di pensionati, senza persone a carico,
che necessita di Bancomat e carta di credito, domicilia le utenze, effettua
operazioni di c/c on-line, con esigenze di risparmio amministrato.
|
126,5
|
15,6
|
149,7
|
Nota: *la spesa
totale può non corrispondere alla somma della spesa per tenuta conto e
la spesa per commissioni in quanto si tratta di valori mediani.
TABELLA N. 2
Spesa annua per il c/c per tipologia di conto (valori mediani),
dati al 31/03/2006.
Profilo
|
Conti "a consumo"
(€)
|
Conti a canone con un numero
illimitato di operazioni (€)
|
Conti a canone con un numero
limitato di operazioni (€)
|
Giovane alla ricerca di primo impiego che svolge
lavori saltuari, vive in famiglia, necessita di carta pre-pagata ed
effettua operazioni di c/c on-line.
|
57,6
|
74,3
|
115,7
|
Trentenne con lavoro dipendente, single e senza
figli, che necessita di Bancomat e carta di credito, effettua operazioni di
c/c on-line e vive in affitto, senza esigenze di scoperto e domiciliazione
utenze.
|
182,4
|
196,0
|
246,8
|
Trentenne con lavoro dipendente, single e senza
figli, che necessita di Bancomat e carta di credito, effettua operazioni di
c/c on-line e vive in affitto, con esigenze di scoperto e domiciliazione
utenze.
|
150,4
|
164,6
|
308,8
|
Famiglia monoreddito da lavoro dipendente, senza
figli, che necessita di Bancomat, con esigenze di finanziamento e mutuo.
|
167,2
|
175,2
|
240,5
|
Famiglia bi-reddito da lavoro dipendente, con
figli minorenni, che necessita di Bancomat e carta di credito, con esigenze
di finanziamento, domiciliazione utenze, mutuo e risparmio gestito.
|
175,7
|
191,7
|
262,0
|
Famiglia monoreddito da lavoro artigiano, con
figli minorenni, che necessita di Bancomat, effettua numerose operazioni,
con esigenze di finanziamento e risparmio gestito.
|
197,5
|
206,9
|
268,9
|
Famiglia monoreddito da libera professione, con
figli minorenni, che necessita di Bancomat e carta di credito, effettua
operazioni di c/c on-line, effettua numerose operazioni, con esigenze di
risparmio amministrato.
|
104,2
|
192,0
|
284,2
|
Pensionato, senza persone a carico, che effettua
poche operazioni
|
73,5
|
96,6
|
122,8
|
Famiglia di pensionati, senza persone a carico,
che necessita di Bancomat, domiciliazione utenze e risparmio gestito.
|
111,4
|
135,8
|
132,7
|
Famiglia di pensionati, senza persone a carico,
che necessita di Bancomat e carta di credito, domicilia le utenze, effettua
operazioni di c/c on-line, con esigenze di risparmio amministrato.
|
161,8
|
140,2
|
278,8
|
|