Ambiente

Tuesday 14 February 2006

I criteri della compatibilità paesaggistica. Dpcm 12.12.2005 GU n. 25 del 31.1.2006.

I criteri della compatibilità
paesaggistica. Dpcm 12.12.2005 GU n. 25 del 31.1.2006.

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI 12 dicembre 2005 Codice dei beni culturali e del
paesaggio.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI
MINISTRI

Visto il Codice dei beni
culturali e del paesaggio, di cui al decretolegislativo 22 gennaio 2004, n. 42,
ed in particolare l’art. 146, comma 3, secondo cui "Entro sei mesi (. .
.), con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, d’intesa con la
Conferenza Stato-regioni, è individuata la documentazione necessaria alla
verifica di compatibilità paesaggistica degli interventi proposti";

Vista la proposta formulata dal
Ministro per i beni e le attività culturali, sulla base dei lavori di un gruppo
tecnico paritetico all’uopo costituito con decreto ministeriale in data 26
novembre 2004;

Vista l’intesa espressa dalla
Conferenza Stato-regioni in data 26 maggio 2005;

Ritenuto, in esito alla
valutazione oggetto di impegno del Ministro per i beni e le attività culturali
in sede di intesa, di mantenere, all’art. 3, la necessità dell’accordo ai fini
delle semplificazioni ai criteri di redazione e ai contenuti della relazione
paesaggistica, in coerenza all’esercizio concorrente delle funzioni di tutela paesaggistica
ed al principio di leale collaborazione;

Decreta:

Articolo 1.

Relazione paesaggistica

1. Nell’allegato al presente
decreto sono definiti le finalità, i criteri di redazione, i contenuti della
relazione paesaggistica che correda, congiuntamente al progetto dell’intervento
che si propone di realizzare ed alla relazione di progetto, l’istanza di
autorizzazione paesaggistica, ai sensi degli articolo159, comma 1 e 146, comma
2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo
22 gennaio 2004, n. 42.

Articolo 2.

Valutazioni di compatibilità
paesaggistica

1. La relazione paesaggistica
costituisce per l’amministrazione competente la base di riferimento essenziale
per le valutazioni previste dall’art. 146,comma 5 del predetto Codice.

Articolo 3.

Integrazioni e semplificazioni

1. Con riferimento alle
peculiarità dei valori paesaggistici da tutelare le regioni possono integrare i
contenuti della relazione paesaggistica e, previo accordo con la direzione
regionale del Ministero territorialmente competente, possono introdurre semplificazioni
ai criteri di redazione e ai contenuti della relazione paesaggistica per le
diverse tipologie di intervento.

Articolo 4.

Entrata in vigore

1. Il presente decreto entrerà in
vigore ad avvenuta stipula dell’accordo di cui all’art. 3 e comunque decorsi
180 giorni dalla data di pubblicazione del decreto stesso nella Gazzetta
Ufficiale.

Roma, 12 dicembre 2005

p. Il Presidente del Consiglio
Letta

Il Ministro per i beni le
attività culturali Bottiglione

Allegato

ALLEGATO

RELAZIONE PAESAGGISTICA.

1. Finalità.

II presente allegato ha lo scopo
di definire la "Relazione paesaggistica" che correda l’istanza di
autorizzazione paesaggistica congiuntamente al progetto dell’intervento che si
propone di realizzare ed alla relazione di progetto (definita testo tra gli elaborati
di progetto di seguito indicati). I contenuti della relazione paesaggistica qui
definiti costituiscono per l’Amministrazione
competente la base di riferimento essenziale per la verifica della
compatibilità paesaggistica degli interventi ai sensi dell’art. 146, comma 5
del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante "Codice dei beni
culturali e del paesaggio", di seguito denominato Codice. Le Regioni,
nell’esercizio delle attività di propria competenza, specificano e integrano i
contenuti della relazione in riferimento alle peculiarità territoriali ed alle
tipologie di intervento. La Relazione paesaggistica contiene tutti gli elementi
necessari alla verifica della compatibilità paesaggistica dell’intervento, con
riferimento ai contenuti e alle indicazioni del piano paesaggistico ovvero del
piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori
paesaggistici. Deve, peraltro, avere specifica autonomia di indagine ed essere
corredata da elaborati tecnici preordinati altresì a motivare ed evidenziare la
qualità dell’intervento anche per ciò che attiene al linguaggio architettonico
e formale adottato in relazione al contesto d’intervento.

2. Criteri per la redazione della
relazione paesaggistica.

La relazione paesaggistica,
mediante opportuna documentazione, dovrà dar conto sia dello stato dei luoghi
(contesto paesaggistico (1) e area di intervento) prima dell’esecuzione delle
opere previste, sia delle caratteristiche progettuali dell’intervento, nonché
rappresentare nel modo più chiaro ed esaustivo possibile lo stato dei luoghi
dopo l’intervento. A tal fine, ai sensi dell’art. 146, commi 4 e 5 del Codice
la documentazione contenuta nella domanda di autorizzazione paesaggistica
indica:

lo stato attuale del bene
paesaggistico interessato;

gli elementi di valore
paesaggistico in esso presenti, nonché le eventuali presenze di beni culturali
tutelati dalla parte II del Codice;

gli impatti sul paesaggio delle
trasformazioni proposte;

gli elementi di mitigazione e
compensazione necessari;

Deve contenere anche tutti gli
elementi utili all’Amministrazione competente
per effettuare la verifica di conformità dell’intervento alle prescrizioni
contenute nei piani paesaggistici urbanistici e territoriali ed accertare:

la compatibilità rispetto ai
valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo;

la congruità con i criteri di
gestione dell’immobile o dell’area;

Ia coerenza con gli obiettivi di
qualità paesaggistica.

3. Contenuti della relazione
paesaggistica.

3.1 Documentazione tecnica.

La documentazione tecnica minima,
per la cui redazione ci si può avvalere delle analisi paesaggistiche ed
ambientali, con particolare riferimento ai quadri conoscitivi ed ai contenuti
dei piani a valenza paesaggistica, disponibili presso le Amministrazioni pubbliche,
contiene ed evidenzia:

A) elaborati di analisi dello
stato attuale:

1. descrizione (2), anche
attraverso estratti cartografici, dei caratteri paesaggistici del contesto
paesaggistico e dell’area di intervento:

configurazioni e caratteri
geomorfologici;

appartenenza a sistemi
naturalistici (biotopi, riserve, parchi naturali, boschi);

sistemi insediativi storici
(centri storici, edifici storici diffusi), paesaggi agrari (assetti colturali
tipici, sistemi tipologici rurali quali cascine, masserie, baite, ecc.),
tessiture territoriali storiche (centuriazioni, viabilità storica);

appartenenza a sistemi tipologici
di forte caratterizzazione locale e sovralocale (sistema delle cascine a corte
chiusa, sistema delle ville, uso sistematico della pietra, o del legno, o del
laterizio a vista, ambiti a cromatismo prevalente);

appartenenza a percorsi
panoramici o ad ambiti di percezione da punti o percorsi panoramici;

appartenenza ad ambiti a forte
valenza simbolica (in rapporto visivo diretto con luoghi celebrati dalla
devozione popolare, dalle guide turistiche, dalle rappresentazioni pittoriche o
letterarie).

La descrizione sarà corredata
anche da una sintesi delle principali vicende storiche, da documentazione cartografica
di inquadramento che ne riporti sinteticamente le fondamentali rilevazioni
paesaggistiche, evidenziando le relazioni funzionali, visive, simboliche tra
gli elementi e i principali caratteri di degrado eventualmente presenti;

2. Indicazione e analisi dei
livelli di tutela (3) operanti nel contesto paesaggistico e nell’area di
intervento considerata, rilevabili dagli strumenti di pianificazione
paesaggistica, urbanistica e territoriale e da ogni fonte normativa,
regolamentare e provvedimentale; indicazione della presenza di beni culturali
tutelati ai sensi della Parte seconda del Codice dei beni culturali e del
paesaggio.

3. Rappresentazione fotografica
dello stato attuale dell’area d’intervento e del contesto paesaggistico,
ripresi da luoghi di normale accessibilità e da punti e percorsi panoramici,
dai quali sia possibile cogliere con completezza le fisionomie fondamentali del
territorio. In particolare, la rappresentazione dei prospetti e degli skylines
dovrà estendersi anche agli edifici contermini, per un’area più o meno estesa,
secondo le principali prospettive visuali da cui l’intervento è visibile
quando:

a) la struttura edilizia o il
lotto sul quale si interviene è inserito in una cortina edilizia;

b) si tratti di edifici,
manufatti o lotti inseriti in uno spazio pubblico (piazze, slarghi, ecc.) (4);

c) si tratti di edifici,
manufatti o lotti inseriti in un margine urbano verso il territorio aperto.

Nel caso di interventi collocati
in punti di particolare visibilità (pendio, lungo mare, lungo fiume, ecc.),
andrà particolarmente curata la conoscenza dei colori, dei materiali esistenti
e prevalenti dalle zone più visibili, documentata con fotografie e andranno
studiate soluzioni adatte al loro inserimento sia nel contesto paesaggistico
che nell’area di intervento.

Nel caso di interventi su edifici
e manufatti esistenti dovrà essere rappresentato lo stato di fatto della
preesistenza (5), e andrà allegata documentazione storica relativa al singolo
edificio o manufatto e con minor dettaglio all’intorno. Nelle soluzioni
progettuali andrà curata, in particolare, la adeguatezza architettonica (forma,
colore, materiali, tecniche costruttive, rapporto volumetrico con la
preesistenza), del nuovo intervento con l’oggetto edilizio o il manufatto
preesistente e con l’intorno basandosi su criteri di continuità paesaggistica
laddove questi contribuiscono a migliorare la qualità complessiva dei luoghi.

B) elaborati di progetto:

gli elaborati di progetto, per
scala di rappresentazione e apparato descrittivo, devono rendere comprensibile
l’adeguatezza dell’inserimento delle nuove opere nel contesto paesaggistico
così come descritto nello stato di fatto e comprendono:

1. inquadramento dell’area e
dell’ intervento/i planimetria generale quotata su base topografica carta
tecnica regionale CTR- o ortofoto, nelle scale (6) 1:10.000, 1:5000, 1:2000 o
di maggior dettaglio e di rapporto di scala inferiore, secondo le tipologie di
opere, in relazione alla dimensione delle opere, raffrontabile – o coincidente
– con la cartografia descrittiva dello stato di fatto, con individuazione
dell’area dell’intervento e descrizione delle opere da eseguire
(tipologia,destinazione, dimensionamento);

2. area di intervento:

a) planimetria dell’intera area
(scala 1:200 o 1:500 in relazione alla sua dimensione) con l’individuazione
delle opere di progetto in sovrapposizione allo stato di fatto, rappresentate
con le coloriture convenzionali (rosso nuova costruzione, giallo demolizione).
Sono anche da rappresentarsi le parti inedificate, per le quali vanno previste
soluzioni progettuali che garantiscano continuità paesistica con il contesto;

b) sezioni dell’intera area in
scala 1:200, 1:500 o altre in relazione alla sua dimensione, estesa anche
all’intorno, con rappresentazione delle strutture edilizie esistenti, delle
opere previste (edifici e sistemazioni esterne) e degli assetti vegetazionali e
morfologici in scala 1:2000, 1:500, 1:200, con indicazione di scavi e riporti
per i territori ad accentuata acclività, quantificando in una tabella
riassuntiva i relativi valori volumetrici;

opere in progetto:

a) piante e sezioni quotate degli
interventi di progetto, rappresentati anche per sovrapposizione dello stato di
fatto e di progetto con le coloriture convenzionali, nonché l’indicazione di
scavi e riporti, nella scala prevista dalla disciplina urbanistica ed edilizia
locale;

b) prospetti dell’opera prevista,
estesa anche al contesto con l’individuazione delle volumetrie esistenti e
delle parti inedificate, rappresentati anche per sovrapposizione dello stato di
fatto e di progetto con le coloriture convenzionali, con indicazione di
materiali, colori, tecniche costruttive con eventuali particolari architettonici;

c) testo di accompagnamento con
la motivazione delle scelte progettuali in coerenza con gli obiettivi di
conservazione e/o valorizzazione e/o riqualificazione paesaggistica, in
riferimento alle caratteristiche del paesaggio nel quale si inseriranno le
opere previste, alle misure di tutela ed alle indicazioni della pianificazione
paesaggistica ai diversi livelli. Il testo esplicita le ragioni del linguaggio
architettonico adottato, motivandone il riferimento alla tradizione locale
ovvero alle esperienze dell’architettura contemporanea.

3.2 Elementi per la valutazione
di compatibilità paesaggistica.

1. simulazione dettagliata dello
stato dei luoghi a seguito della realizzazione del progetto resa mediante foto
modellazione realistica (rendering computerizzato o manuale), comprendente un
adeguato intorno dell’area di intervento, desunto dal rapporto di
intervisibilità esistente, per consentire la valutazione di compatibilità e
adeguatezza delle soluzioni nei riguardi del contesto paesaggistico. Nel caso
di interventi di architettura contemporanea (sostituzioni, nuove costruzioni,
ampliamenti), la documentazione dovrà mostrare, attraverso elaborazioni
fotografiche commentate, gli effetti dell’inserimento nel contesto
paesaggistico e nell’area di intervento e l’adeguatezza delle soluzioni,
basandosi su criteri di congruità paesaggistica (forme, rapporti volumetrici,
colori, materiali).

2. previsione degli effetti delle
trasformazioni dal punto di vista paesaggistico, ove significative, dirette e
indotte, reversibili e irreversibili, a breve e medio termine, nell’area di
intervento e nel contesto paesaggistico sia in fase di cantiere che a regime,
con particolare riguardo per gli interventi da sottoporre a procedure di V.I.A.
nei casi previsti dalla legge.

3. Fermo restando che dovranno
essere preferite le soluzioni progettuali che determinano i minori problemi di
compatibilità paesaggistica, dovranno essere indicate le opere di mitigazione
(7) sia visive che ambientali previste, nonché evidenziati gli effetti negativi
che non possano essere evitati o mitigati (8) e potranno essere proposte le
eventuali misure di compensazione (9) (sempre necessarie quando si tratti di
interventi a grande scala o di grande incidenza).

4. Documentazione relativa a
tipologie di interventi od opere di grande impegno territoriale.

4.1 Interventi e/o opere a
carattere areale.

Si intendono ricompresi in questa
categoria i sotto elencati interventi:

Complessi sportivi, parchi
tematici;

Complessi residenziali,
turistici, commerciali, direzionali e produttivi;

Campeggi e caravaning;

Impianto agro-forestali,
agricoli, zootecnici e di acquacoltura con esclusione degli interventi di cui
all’art. 149, comma 1, lett. c) del Codice;

Impianti per la produzione
energetica, di termovalorizzazione, di stoccaggio;

Dighe, sbarramenti ed invasi;

Depositi di merci o di materiali;

Infrastrutture portuali ed
aeroportuali;

Discariche ed impianti di
smaltimento dei rifiuti;

Attività minerarie di ricerca ed
estrazione;

Attività di coltivazione di cave
e torbiere;

Attività di escavazione di
materiale litoide dall’alveo dei fiumi.

Questi interventi e/o opere
caratterizzano e modificano vaste parti del territorio. Pertanto, gli elaborati
dovranno curare, in particolare, le analisi relative a1 contesto paesaggistico
(10), ed all’area in cui l’opera e/o l’intervento si colloca e che modifica e
mostrare la coerenza delle soluzioni rispetto ad esso mediante:

1. Planimetria in scala 1:5.000
1:10.000 1:25.000, scelta secondo la morfologia del contesto; con indicati i
punti da cui è visibile l’area di intervento e foto panoramiche e dirette che
individuino la zona di influenza visiva e le relazioni di intervisibilità
dell’opera e/o dell’intervento proposto con il contesto paesaggistico e con
l’area di intervento.

2. Rilievo fotografico degli
skyline esistenti dai punti di inter-visibilità, come indicati nella
planimetria che evidenzi la morfologia naturale dei luoghi, il margine
paesaggistico urbano o naturale a cui l’intervento si aggiunge o che forma, la
struttura periurbana in cui eventualmente l’intervento si inserisce.

3. Cartografia in scala 1:5.000
1:10.000 1:25.000 che evidenzi:

le caratteristiche morfologiche
del contesto paesaggistico e dell’area d’intervento

a) la tessitura storica, sia
vasta che minuta esistente: in particolare, il disegno paesaggistico (urbano
e/o extraurbano), l’integrità di relazioni, storiche, visive, simboliche dei
sistemi di paesaggio storico esistenti (rurale, urbano, religioso, produttivo, ecc.),
le strutture funzionali essenziali alla vita antropica, naturale e alla
produzione (principali reti di infrastrutturazione); le emergenze
significative, sia storiche, che simboliche;

b) l’eventuale struttura
periurbana diffusa o aggregazione lineare recente;

c) il rapporto che l’opera e/o
l’intervento instaura con le infrastrutture e le reti esistenti naturali e
artificiali (11).

4) Documentazione di progetto e/o
fotografica (12) delle soluzioni adottate per interventi analoghi nelle stesse
zone (13), o in altri casi significativi realizzati in aree morfologiche o
d’uso del suolo simili (14).

5) Simulazione (15) dettagliata
delle modifiche proposte, soprattutto attraverso lo strumento del rendering
fotografico.

La proposta (16) progettuale
dovrà motivare le scelte localizzative e dimensionali in relazione alle
alternative praticabili.

4.2. Interventi e/o opere a
carattere lineare o a rete:

opere ed infrastrutture stradali,
ferroviarie;

reti infrastrutturali;

torri, tralicci e ripetitori per
la telecomunicazione;

impianti di risalita;

interventi di sistemazione
idrogeologica;

sistemi di irrigazione agricola
interventi di urbanizzazione primaria.

Questi interventi (17) e/o opere
caratterizzano e modificano vaste parti di territorio. Pertanto, gli elaborati
dovranno curare, in particolare, le analisi relative al contesto paesaggistico
in cui si collocano e che modificano e mostrare coerenza delle soluzioni
rispetto ad esso.

Relativamente alle opere ed
infrastrutture stradali, ferroviarie, alle reti infrastrutturali ed alle opere
quali tralicci e ripetitori per la telecomunicazione, la documentazione di
progetto dovrà prevedere anche le attività di ripristino e o dismissione ove
necessario a fine esercizio, che saranno a carico del proponente.

In particolare per gli interventi
infrastrutturali lineari in rilevato, che formino barriera artificiale su
territorio aperto, agricolo, montano, ecc. e su territorio periurbano, andranno
rilevate e controllate progettualmente le condizioni di intervisibilità, in
quanto tali opere vanno a costituire nuovo margine paesaggistico. Gli elaborati
dovranno curare, in particolare:

1. carta/e in scala 1:5000,
1:10.000 e 1:25.000, sceltale secondo la morfologia dei luoghi che individui
l’area di intervento di influenza visiva del tracciato proposto [(contesto
paesaggistico e area di intervento)] e le condizioni di visibilità, con
indicati i punti da cui è visibile l’area di intervento, con foto panoramiche e
ravvicinate

2. carta/e in scala 1:5000,
1:10.000 e 1:25.000 che evidenzi:

a) le caratteristiche
morfologiche dei luoghi (contesto paesaggistico del tracciato);

b) la tessitura storica
esistente: in particolare, il disegno paesaggistico (in area urbana,
periurbana, extraurbana), l’integrità di sistemi di paesaggio storico e recente
(rurali, urbani, difensivi, religiosi,..) e i resti significativi.

c) Il rapporto con le
infrastrutture e le reti esistenti naturali e artificiali (idrografia, reti
ecologiche elettrodotti ecc…).

3. Carta in scala 1:2.000,
1:5:000 che rilevi nel dettaglio, per il contesto e l’area di intervento, la
presenza degli elementi costitutivi di tale tessitura, per comprenderne la
contiguità fisica, o le relazioni visive e simboliche, (per esempio: viale alberato
di accesso, giardino, villa, rustici, filari e canali in territorio agricolo,
edicole religiose, fonti, alberi isolati, bosco, apertura visiva, ecc.) (18).

4. Le simulazioni del tracciato
proposto e delle eventuali barriere antirumore, nel suo insieme attraverso lo
strumento del rendering, sia nel contesto paesaggistico che nell’area di
intervento, evidenziando le soluzioni di disegno, di materiali, di colori. Gli
interventi su tratte di infrastrutture lineari esistenti devono tener conto
delle caratteristiche formali e dei materiali utilizzati nelle parti già
costruite, sia nelle parti contigue che nell’insieme del tracciato (muretti,
paracarri e strutture di protezione, scarpate, muri di contenimento, arredi
vegetali, ecc.) e privilegiare comunque la manutenzione e l’adattamento degli
elementi costitutivi esistenti su la sostituzione, pur nel rispetto delle
esigenze di funzionalità e sicurezza. Pertanto, occorre che vengano
documentate, con foto e con eventuali documenti storici, le soluzioni adottate
nel resto del tracciato e i documenti progettuali dovranno mostrare le scelte
di continuità paesistica, comprese, in particolare, le soluzioni di continuità
con le parti contermini (forme, materiali, colori, ecc.), laddove queste
contribuiscano a migliorare la qualità dell’opera e l’inserimento nel contesto
paesaggistico. Nel caso di interventi a rete per la documentazione richiesta si
fa riferimento ai precedenti punti 1 e 2 descritti per la categoria degli
interventi lineari. In particolare per alcune opere rientranti nella categoria
a rete (ad esempio elettrodotti) di nuova formazione o su rete esistente, il
progetto deve rispettare i caratteri paesaggistici del contesto, in particolare
attraverso:

1. carta in scala 1:5000,
1:10.000, 1:25.000, scelta secondo la morfologia del contesto che evidenzi:

a) il rilievo delle
infrastrutture già esistenti, specificandone le caratteristiche attraverso foto
dei tipi di elementi verticali;

b) la proposta progettuale e
l’individuazione, con riferimento al contesto, della zona di influenza visiva;

c) foto panoramiche.

2. carta in scala 1:5000,
1:10.000, 1:25.000 scelta secondo la morfologia del contesto che evidenzi:

a) le caratteristiche
morfologiche dei luoghi e dei principali usi del suolo;

b) la tessitura storica, sia
vasta che minuta esistente: in particolare il disegno paesaggistico (urbano e/o
extraurbano), gli skyline esistenti, i punti panoramici, emergenti e caratterizzanti,
i beni storici puntuali e i sistemi eventualmente collegati, i luoghi
simbolici, i luoghi di interesse naturalistico.

c) II rapporto con le
infrastrutture e le reti esistenti naturali e artificiali (idrografia, reti
ecologiche, elettrodotti ecc…).

Per gli interventi a livello del
terreno o in trincea, quali quelli relativi ai sistemi di irrigazione agricola
ovverosia di sistemazione idrogeologica (19), la documentazione di progetto
deve riferirsi agli elaborati progettuali descritti ai precedenti punti 1-2-3
definiti per la categoria lineare

Per quanto riguarda gli impianti
eolici (20), andrà curata, in particolare: la carta dell’area di influenza
visiva degli impianti proposti; la conoscenza dei caratteri paesaggistici dei
luoghi secondo le indicazioni del precedente punto 2. Il progetto dovrà
mostrare le localizzazioni proposte all’interno della cartografia conoscitiva e
simulare l’effetto paesistico, sia dei singoli impianti che dell’insieme
formato da gruppi di essi, attraverso la fotografia e lo strumento del
rendering, curando in particolare la rappresentazione dei luoghi più sensibili
e la rappresentazione delle infrastrutture accessorie all’impianto.

(1) Al fine di fornire un
orientamento omogeneo, si ritiene opportuno evidenziare i principali contesti
paesaggistici di riferimento cui corrispondono diverse specificità di analisi e
di intervento. In particolare, si fa riferimento, orientativamente, a contesto
naturale, agricolo tradizionale, agricolo industrializzato, urbano, periurbano
e insediativi diffuso e/o sparso. Dal punto di vista della morfologia dei
luoghi: costiero, di pianura, collinare e montano.

(2) Si elencano a titolo
esemplificativo, alcuni parametri per la lettura delle caratteristiche
paesaggistiche, utili per l’attività di verifica della compatibilità del
progetto: Parametri di lettura di qualità e criticità paesaggistiche:

diversità: riconoscimento di
caratteri/elementi peculiari e distintivi, naturali e antropici, storici,
culturali, simbolici, ecc.;

integrità: permanenza dei
caratteri distintivi di sistemi naturali e di sistemi antropici storici
(relazioni funzionali, visive, spaziali, simboliche, ecc. tra gli elementi
costitutivi);

qualità visiva: presenza di
particolari qualità sceniche, panoramiche, ecc.;

rarità: presenza di elementi
caratteristici, esistenti in numero ridotto e/o concentrati in alcuni siti o
aree particolari;

degrado: perdita, deturpazione di
risorse naturali e di caratteri culturali, storici, visivi, morfologici,
testimoniali;

Parametri di lettura del rischio
paesaggistico, antropico e ambientale:

sensibilità: capacità dei luoghi
di accogliere i cambiamenti, entro certi limiti, senza effetti di alterazione o
diminuzione dei caratteri connotativi o di grado della qualità complessiva vulnerabilita/fragilità:
condizione di facile alterazione e distruzione dei caratteri connotativi
capacità di assorbimento visuale: attitudine ad assorbire visivamente le
modificazioni, senza diminuzione sostanziale della qualità stabilità: capacità
di mantenimento dell’efficienza funzionale dei sistemi ecologici o situazioni
di assetti antropici consolidate instabilità: situazioni di instabilità delle
componenti fisiche e biologiche o degli assetti antropici

(3) Le analisi dei livelli di
tutela dovranno in particolare tener conto delle motivazioni e delle finalità
di qualità paesaggistica definite dagli strumenti normativi e di piano.

(4) Ad esclusione di quelle opere
previste all’art. 149, comma 1, lett. a) del Codice.

(5) Si richiede un rilievo
geometrico, dei materiali, dei colori, delle tecniche costruttive, in scala
1:200 o 1:100 ed eventuali dettagli architettonici, utilizzando i criteri e le
tecniche del rilievo degli edifici.

(6) Le scale di rappresentazione
segnalate a titolo indicativo, vanno scelte in relazione alla disponibilità e
alla dimensione dell’opera e ai caratteri dell’area d’intervento e del
contesto.

(7) Le opere di mitigazione e
compensazione si fondano sul principio che ogni intervento deve essere
finalizzato ad un miglioramento della qualità paesaggistica complessiva dei
luoghi, o, quanto meno, deve garantire che non vi sia una diminuzione delle sue
qualità, pur nelle trasformazioni. La relazione paesaggistica, sulla base della
lettura degli effetti dell’intervento sulle attuali caratteristiche dei luoghi,
fra cui la loro eventuale reversibilità, individua le misure di miglioramento
previste, le misure di mitigazione e di compensazione e indica, quando
possibile, le diverse soluzioni alternative esaminate e a conclusione la
proposta di progetto motivatamente scelto tra queste. Le opere di mitigazione
potranno essere sia immediate che realizzate nel corso dei tempo, potranno
avere un diverso grado di capacità di contrastare gli effetti negativi
dell’intervento: annullamento, riduzione, riqualificazione.

(8) Principali tipi di
modificazioni e di alterazioni. Per facilitare la verifica della potenziale
incidenza degli interventi proposti sullo stato del contesto paesaggistico e
dell’area, vengono qui di seguito indicati, a titolo esemplificativo, alcuni
tipi di modificazioni che possono incidere con maggiore rilevanza:

– Modificazioni della morfologia,
quali sbancamenti e movimenti di terra significativi, eliminazione di tracciati
caratterizzanti riconoscibili sul terreno (rete di canalizzazioni, struttura
parcellare, viabilità secondaria,…) o utilizzati per allineamenti di edifici,
per margini costruiti, ecc.

– Modificazioni della compagine
vegetale (abbattimento di alberi, eliminazione di formazioni riparali, ecc.)

– Modificazioni dello skyline
naturale o antropico (profilo dei crinali, profilo dell’insediamento);

– Modificazioni della
funzionalità ecologica, idraulica e dell’equilibrio idrogeologico, evidenziando
l’incidenza di tali modificazioni sull’assetto paesistico;

– Modificazioni dell’assetto
percettivo, scenico o panoramico;

– Modificazioni dell’assetto
insediativo-storico

– Modificazioni dei caratteri
tipologici, materici, coloristici, costruttivi, dell’insediamento storico
(urbano, diffuso, agricolo);

– Modificazioni dell’assetto
fondiario, agricolo e colturale.

– Modificazioni dei caratteri
strutturanti del territorio agricolo (elementi caratterizzanti, modalità
distributive degli insediamenti, reti funzionali, arredo vegetale minuto, trama
parcellare, ecc.).

Vengono inoltre indicati, sempre
a titolo di esempio, alcuni dei più importanti tipi di alterazione dei sistemi
paesaggistici in cui sia ancora riconoscibile integrità e coerenza di relazioni
funzionali, storiche, visive, culturali, simboliche, ecologiche, ecc.; essi
possono avere effetti totalmente o parzialmente distruttivi, reversibili o non
reversibili.

– Intrusione (inserimento in un
sistema paesaggistico elementi estranei ed incongrui ai sui caratteri peculiari
componitivi, percettivi o simbolici per es. capannone industriale, in un’area
agricola o in un insediamento storico);

– Suddivisione (per esempio,
nuova viabilità che attraversa un sistema agricolo, o un insediamento urbano o
sparso, separandone le parti.);

– Frammentazione (per esempio, progressivo
inserimento di elementi estranei in un’area agricola, dividendola in parti non
più comunicanti).; – Riduzione (progressiva diminuzione, eliminazione,
alterazione, sostituzione di parti o elementi strutturanti di un sistema, per
esempio di una rete di canalizzazioni agricole, di edifici storici in un nucleo
di edilizia rurale, ecc.);

– Eliminazione progressiva delle
relazioni visive, storico-culturali simboliche di elementi con il contesto
paesaggistico e con l’area e altri elementi del sistema.;

– Concentrazione (eccessiva
densità di interventi a particolare incidenza paesaggistica in un ambito
territoriale ristretto);

– Interruzione di processi
ecologici e ambientali di scala vasta o di scala locale;

– Destrutturazione (quando si
interviene sulla struttura di un sistema paesaggistico alterandola per
frammentazione, riduzione degli elementi costitutivi, eliminazione di relazioni
strutturali, percettive o simboliche, ..);

– deconnotazione (quando si
interviene su un sistema paesaggistico alterando i caratteri degli elementi
costitutivi).

In particolare, la documentazione
deve dimostrare il rapporto dell’ intervento con i luoghi sui quali insiste,
basando le proposte progettuali sulla conoscenza puntuale delle caratteristiche
del contesto paesaggistico ed evitando atteggiamenti di semplice sovrapposizione,
indifferente alle specificità.

(9) Opere di compensazione
saranno individuate dalla relazione paesaggistica, che analizzando gli effetti
dell’intervento sulle attuali caratteristiche dei luoghi, individua le
opportune opere di compensazione, che possono essere realizzate anche prima
della realizzazione dell’intervento, all’interno dell’area di intervento, ai
suoi margini, ovvero in un area lontana ed in tempi diversi da quelli
dell’intervento stesso; in quest’ultimo caso, l’amministrazione può individuare
un area comune su cui concentrare i contributi e le azioni di compensazione da
realizzare nel tempo a spese ed eventualmente a cura dei soggetti interessati.

(10). Al fine di fornire un
orientamento omogeneo, si ritiene opportuno indicare i principali contesti
paesaggistici di riferimento cui corrispondono diverse specificità di analisi e
di intervento. In particolare, si fa riferimento, orientativamente, ai contesti
naturale, agricolo tradizionale, agricolo industrializzato, insediamento agricolo,
urbano, periurbano e insediativi diffuso e lo sparso. Dal punto di vista della
morfologia dei luoghi: costiero, di pianura, collinare e montano.

(11) Si intendono ricomprese le
reti d’infrastrutturazione e le infrastrutture di trasporto maggiore e minore.

(12) Al fine di una maggiore
comprensione gli elaborati fotografici dovrebbero essere accompagnati da
didascalie di commento.

(13) per esempio, altri
interventi portuali lungo le sponde dello stesso lago, o lungo le coste.

(14) per esempio, depuratori
collocati in aree di pianura, naturalistiche, ecc.

(15) Dovranno essere curate le
simulazioni delle modifiche proposte, soprattutto attraverso lo strumento dei
rendering, sia nel contesto paesaggistico che nell’area con approfondimento
dettagliato delle soluzioni, sia dal punto di vista del disegno che dei
materiali, dei colori, delle tecniche costruttive.

(16) Gli elaborati,
rappresentativi della proposta progettuale, dovranno evidenziare che
l’intervento proposto, pur nelle trasformazioni, è adatto ai caratteri dei
luoghi, non produce danni al funzionamento territoriale, non abbassa la qualità
paesaggistica, per esempio di fronte a sistemi storici di paesaggio, quali
quelli agricoli, gli elaborati dovranno illustrare il rapporto di compatibilità
con la logica storica che li ha prodotti per quanto riguarda: la
localizzazione, le modifiche morfologiche del terreno, il mantenimento dei
rapporti di gerarchia simbolica e funzionale tra gli elementi costitutivi, i
colori e i materiali. Inoltre, il progetto dovrà mostrare in dettaglio le
soluzioni di mitigazione degli impatti percettivi e ambientali inevitabili e le
eventuali compensazioni proposte.

(17) Per alcuni di questi
interventi, quali ad esempio, strade, ferrovie, vie navigabili ecc. in genere si
dovrebbero adattare i tracciati e le loro caratteristiche costruttive in base
alle specificità dei contesti paesaggistici attraversati, evitando di
compromettere l’unitarietà di sistemi paesaggistici storici esistenti, urbani e
extraurbani, di sistemi naturali, tagliandoli o frammentandoli.

(18) Nelle carte deve essere
riportato il tracciato proposto al fine di verificare le eventuali e possibili
interazioni negative con i caratteri paesaggistici rilevati.

(19) Per tali sistemazioni si
dovranno evitare i rischi di interruzioni, frammentazioni e distruzioni
paesaggistiche e ambientali nel contesto paesaggistico e nell’area.

(20) Per tali impianti
l’ulteriore documentazione progettuale sarà specificata nelle Linee Guida che
il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero dell’Ambiente e
della Tutela del Territorio ed il Ministero per le Attività Produttive,
elaboreranno ai sensi del comma 2 dell’art12 del D.Lgs 387 del 2004.

SCHEDA PER LA PRESENTAZIONE DELLA
RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE

PAESAGGISTICA PER LE OPERE IL CUI
IMPATTO PAESAGGISTICO È VALUTATO

MEDIANTE UNA DOCUMENTAZIONE
SEMPLIFICATA.

COMUNE DI…………………..

AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA PER
OPERE /O INTERVENTI IL CUI IMPATTO PAESAGGISTICO È VALUTATO MEDIANTE UNA DOCUMENTAZIONE
SEMPLIFICATA. (1)

1. RICHIEDENTE:
(2)………………………

persona fisica

società

impresa

ente

2. TIPOLOGIA DELL’OPERA E/O DELL
’INTERVENT0 (3):……………….

3. OPERA CORRELATA A:

edificio

area di pertinenza o intorno dell’edificio

lotto di terreno

strade, corsi d’acqua

territorio aperto

4. CARATTERE DELL’INTERVENTO:

temporaneo o stagionale

permanente

a) fisso

b) rimovibile

5.a DESTINAZIONE D’USO del
manufatto esistente o dell’area interessata (se edificio o area di pertinenza)
residenziale

ricettiva/turistica

industriale/artigianale

agricolo

commerciale/direzionale

altro…………….

5.b USO ATTUALE DEL SUOLO (se
lotto di terreno)

urbano

agricolo

boscato

naturale non coltivato

altro……..

6 CONTESTO PAESAGGISTICO
DELL’INTERVENTO E/O DELL’OPERA:

centro storico

area urbana

area periurbana

territorio agricolo

insediamento sparso

insediamento agricolo

area naturale

7. MORFOLOGIA DEL CONTESTO
PAESAGGISTICO:

costa(bassa/alta)

ambito lacustre/vallivo pianura

versante

(collinare/montano)

altopiano

promontorio

piana valliva (montana/collinare)

terrazzamento

crinale

8. UBICAZIONE DELL’OPERA E/0
DELL’INTERVENTO:

sul quale sia riportato se
ricadente in area urbana:

a) estratto stradario con
indicazione precisa dell’edificio, via, piazza, n. civico se ricadente in
territorio extraurbano o rurale

b) estratto CTR/IGM/ORTOFOTO

Sulla cartografia l’edificio/area
di intervento devono essere evidenziati attraverso apposito segno grafico o
coloritura, nonché dovranno essere evidenziati i punti di ripresa fotografica
(da 2 a 4).

c) estratto tavola PRG o PdiF e
relative norme che evidenzino:

l’edificio o sua parte;

area di pertinenza/il lotto di
terreno,

l’intorno su cui si intende
intervenire.

d) estratto degli strumenti di
pianificazione paesistica quali P.P.;

P.T.C.P;P.U.R.T. che evidenzino
il contesto paesaggistico e l’area dell’intervento

9. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA (da
2 a 4 fotogrammi)

Le riprese fotografiche (da 2 a
4) devono permettere una vista di dettaglio dell’area di intervento e una vista
panoramica del contesto da punti dai quali è possibile cogliere con completezza
le fisionomie fondamentali del contesto paesaggistico, le aree di
intervisibilità del sito.

Le riprese fotografiche vanno
corredate da brevi note esplicative e dall’individuazione del contesto
paesaggistico e dell’area di intervento

10a. ESTREMI DEL PROVVEDIMENTO
MINISTERIALE O REGIONALE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL VINCOLO PER
IMMOBILI 0 AREE DICHIARATE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO (art. 136 – 141 – 157
Dlgs 42/04):

cose immobili; ville, giardini,
parchi; complessi di cose immobili;

bellezze panoramiche.

estremi del provvedimento di
tutela e motivazioni in esso indicate

……………………………………………………….

10b. PRESENZA DI AREE TUTELATE
PER LEGGE (art. 142 del Dlgs 42/04):

territori costieri; t

territori contermini ai laghi;
fiumi, torrenti, corsi d’acqua;

montagne sup. 1200/1600 m;

ghiacciai e circhi glaciali;

parchi e riserve;

territori coperti da foreste e
boschi;

università agrarie e usi civici;

zone umide;

vulcani;

zone di interesse archeologico.

11 NOTE DESCRITTIVE DELLO STATO
ATTUALE DELL’IMMOBILE O DELL’AREA TUTELATA

Elementi o valenze paesaggistiche
che interessano l’area di intervento, il contesto paesaggistico (4)

……………………………………………….

12. DESCRIZIONE SINTETICA
DELL’INTERVENTO E DELLE CARATTERISTICHE DELL’OPERA (dimensioni materiali, ,
colore, finiture, modalità di messa in opera, ecc.) CON ALLEGATA DOCUMENTAZIONE
DI PROGETTO (5)

…………………………………………………………..

13. EFFETTI CONSEGUENTI ALLA
REALIZZAZIONE DELL’ OPERA (6):

…………………………………………………………..

14. MITIGAZIONE DELL’IMPATTO
DELL’INTERVENITO (7)

Firma del Richiedente

Firma del Progettista
dell’intervento

…………………
……………………………….

15.MOTIVAZIONE DEL RILASCIO
DELL’AUTORIZZAZIONE E PER EVENTUALI PRESCRIZIONI DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE
COMPETENTE.

…………………………………………………………..

Firma del Responsabile

………………………

16. EVENTUALE DINIEGO O
PRESCRIZIONI DELLA SOPRINTENDENZA COMPETENTE

…………………………………………………………..

Firma del Soprintendente o del
Delegato

……………………………………

NOTE PER LA COMPILAZIONE

(1) La definizione di tali opere
risulta problematica per la varietà di tipologie e di situazioni che possono
presentarsi, oltre che per la connessione (fisica, funzionale, tipologica, formale,
ecc.) ai caratteri del contesto paesaggistico e dell’area in cui l’intervento
si inserisce.

In linea di principio, ed a
titolo non esaustivo, si intendono ricompresi in questa categoria tutti gli
interventi minori, accessori, di arredo, in grado di non alterare
complessivamente lo stato dei luoghi (contesto paesaggistico e area di
intervento, quali:

Antenne, parabole

Cartellonistica (stradale e
pubblicitaria), insegne pubblicitarie

Manufatti di arredo urbano (ad
esclusione degli interventi ricadenti nelle aree di cui alla lettera g del
comma 4 dell’att. 10 del D.Lgs 42 del 2004)

Strutture temporanee di grandi
dimensioni di durata non inferiore ad una settimana

Strutture stagionali collegate
all’attività turistica e del tempo libero

Strutture di copertura non
superiori a 10 mq. (ad esclusione degli interventi ricadenti nelle aree di cui
alla lettera g del comma 4 dell’art. 10 del D.Lgs 42 del 2004)

Pannelli solari e fotovoltaici
fino ad una potenza di 20Mwe Impianti di condizionamento.

(2) La compilazione della scheda
è a carico del soggetto che richiede l’autorizzazione paesaggistica. La
semplificazione della procedura di verifica attraverso la compilazione della
scheda, tosi come la sua efficacia ai fini della valutazione dell’impatto paesaggistico
delle opere di cui trattasi in ambiti tutelati, dovrebbe essere connessa al
recepimento, nel Regolamento edilizio, dell’elenco e delle modalità di
realizzazione di tali opere, selezionate sulla base delle effettive
caratteristiche locali e dei condizionamenti imposti dai caratteri del vincolo.
A tal fine, le Amministrazioni competenti propongono e concordano, in via
preventiva, con la Direzione Regionale e le Soprintendenze di settore l’elenco
delle opere che possono essere riferite a tale categoria. Solo a questa
condizione l’utilizzo della scheda garantisce la valutazione dell’impatto reale
dell’opera sul paesaggio e del mantenimento dei livelli di qualità dei luoghi
interessati.

(3) L’indicazione della tipologia
dell’opera deve essere accompagnata dal riferimento preciso alle disposizioni
dei Regolamento edilizio cui l’intervento inerisce.

(4) Una volta barrata la
categoria di tutela in cui ricade la proposta di intervento, devono essere
descritti, in modo sintetico, i caratteri che effettivamente connotano l’area
di intervento ed il contesto paesaggistico, in cui si colloca l’opera da
realizzare, al fine fornire l’esatta informazione
in relazione alla sua ubicazione rispetto agli aspetti o elementi di rilievo
paesaggistico.

(5) È consigliabile allegare
pieghevoli o documentazione dei prodotto industriale o prefabbricato che si
intende installare o utilizzare.

(6) Lo scopo di tale punto è
quello di fornire, con buona approssimazione, l’informazione
sulle eventuali effetti conseguenti alla realizzazione dell’opera ed in
particolare degli elementi o degli aspetti tutelati. Tale valutazione si ricava
dal confronto fra le caratteristiche dello stato attuale, gli elementi di
progetto e gli obiettivi della tutela. Al fine di orientare la compilazione di
tale sezione si elencano qui di seguito alcune delle possibili modificazioni
dell’immobile o dell’area tutelata:

– cromatismi dell’edificio;

– rapporto vuoto/pieni;

– sagoma;

– volume;

– aspetto architettonico;

– copertura;

– pubblici accessi;

– impermeabilizzazione del
terreno;

– movimenti di
terreno/sbancamenti;

– realizzazione di infrastrutture
accessorie;

– aumento superficie coperta;

– alterazione dello skyline
(profilo dell’edificato o profilo dei crinali);

– alterazione percettiva del
paesaggio (intrusione o ostruzione visuale);

– interventi su elementi arborei
e vegetazione.

(7). Qualificazione o
identificazione dei elementi progettuali finalizzati a ridurre o migliorare
l’impatto

del bene tutelato sui caratteri
del contesto paesaggistico e dell’area di intervento.

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

Nell’allegato al presente decreto
sono definite, ai sensi dell’art. 146, comma 3, del decreto legislativo 22
gennaio 2004 n. 42, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio (d’ora
in avanti "Codice"), le finalità, i criteri di redazione e i
contenuti della relazione paesaggistica che correda, unitamente al progetto
dell’intervento che si propone di realizzare, l’istanza di autorizzazione
paesaggistica di cui agli art.159, comma 1 e 146, comma 2, del Codice (art. 1
del decreto).

I contenuti della relazione
paesaggistica individuati nell’allegato costituiscono, per l’Amministrazione
competente, la base essenziale su cui fondare la verifica della compatibilità
paesaggistica degli interventi, ai sensi dell’art. 146, comma 5, del Codice
(art. 2).

Il successivo art. 3 del decreto
stabilisce che i contenuti della relazione paesaggistica possono essere
integrati dalle Regioni, con riferimento alla peculiarità dei valori
paesaggistici da tutelare.

Le Regioni, previo accordo con
Direzione regionale del ministero territorialmente competente, possono,
altresì, introdurre, in relazione alle diverse tipologie di intervento,
semplificazioni ai criteri di redazione e ai contenuti della relazione
paesaggistica.

L’allegato al presente decreto,
oltre a stabilire le finalità della relazione paesaggistica (punto n. 1), i
criteri (punto n. 2) e i contenuti (punto n. 3) per la sua redazione, definisce
gli approfondimenti degli elaborati di progetto per alcune particolari
tipologie di intervento od opere di grande impegno territoriale (punto n. 4) e
contiene una scheda per la presentazione della richiesta di autorizzazione
paesaggistica per le opere il cui impatto paesaggistico è valutato mediante una
documentazione semplifica.

In particolare l’Allegato reca le
seguenti previsioni:

Punto n. l – Finalità.

L’Allegato è finalizzato a
definire la relazione paesaggistica che correda l’istanza di autorizzazione
paesaggistica.

La relazione deve contenere tutti
gli elementi necessari alla verifica della compatibilità paesaggistica
dell’intervento, con riferimento ai contenuti del piano paesaggistico, ovvero
del piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori
paesaggistici, deve deve avere specifica autonomia ed essere corredata da
elaborati tecnici preordinati a motivare ed evidenziare la qualità
dell’intervento per ciò che attiene al linguaggio architettonico e formale
adottato in relazione al contesto dell’intervento.

Punto n.2- Criteri per la
redazione dello stato dei luoghi.

La relazione paesaggistica dovrà
tenere conto dello stato dei luoghi prima della realizzazione delle opere
previste, nonché delle caratteristiche progettuali dell’intervento e rappresentare,
in modo chiaro ed esaustivo, lo stato dei luoghi dopo l’intervento. Per queste
finalità vengono definiti, ai sensi dell’art. 146. commi 4 e 5 del Codice, gli
elementi che la domanda di autorizzazione paesaggistica deve indicare.

Punto n.3 – Contenuti delle
relazione paesaggistica.

Viene definita la documentazione
tecnica minima della relazione, che contiene ed evidenzia gli elaborati di
analisi dello stato attuale, gli elaborati di progetto e gli elementi per la
valutazione della compatibilità paesaggistica.

Punto n.4 – Documentazione
relativa a particolari tipologie di interventi od opere di grande impegno
territoriale.

Per gli interventi e/o opere di
carattere areale (elencati al punto 4.1) e per interventi e/o opere a carattere
lineare o a rete (elencati al punto 4.2) che caratterizzano e modificano vaste
parti del territorio, viene definita la documentazione richiesta per gli
elaborati progettuali, che dovranno curare, in particolare, le analisi relative
contesto paesaggistico (definito nella nota n. 10) in cui l’opera e/o
l’intervento si colloca e che modifica, e mostrare coerenza rispetto ad esso.

Viene specificatamente definita
la documentazione richiesta per gli elaborati di progetto che riguardano; le
opere ed infrastrutture stradali e ferroviarie; le reti infrastrutturali; le
opere quali tralicci e ripetitori per la comunicazione; gli interventi
infrastrutturali lineari in rilevato che formino barriera artificiale su
territorio aperto, agricolo, montano e su territorio periurbano; gli interventi
su tratte di infrastrutture lineari esistenti; particolari opere rientranti
nella categoria a rete (quali gli elettrodotti); gli interventi a livello del
terreno o in trincea; gli impianti eolici.

La scheda per la presentazione
della richiesta di autorizzazione paesaggistica per le opere il cui impatto
paesaggistico è valutato mediante una documentazione semplificata riguarda gli
interventi minori, accessori, di arredo (elencati, a titolo meramente
esemplificativo, nella nota 1), in grado di non alterare complessivamente lo
stato dei luoghi.

Tale procedura semplificata, così
come la sua efficacia ai fini della valutazione dell’impatto paesaggistico
delle opere di cui trattasi in ambiti tutelati, dovrebbe essere connessa al
recepimento, nel regolamento edilizio, dell’elenco e delle modalità di
realizzazione di tali opere, selezionate sulla base delle effettive
caratteristiche locali e dei condizionamenti imposti dai caratteri del vincolo.

Per queste finalità le
Amministrazioni competenti devono proporre e concordare, in via preventiva, con
la Direzione Regionale e le Soprintendenze di settore l’elenco delle opere che
possono essere riferite a tale categoria. Solo a questa condizione l’utilizzo
della scheda garantisce la valutazione dell’impatto reale dell’opera sul
paesaggio e del mantenimento dei livelli di qualità dei luoghi interessati.

Relazione tecnico-normativa

1. Aspetti tecnico-normativi in
senso stretto.

a) necessità dell’intervento
normativo

L’intervento di normazione
secondaria è necessario in quanto previsto dall’articolo 146, comma 3, del
Codice dei beni culturali e del paesaggio.

b) analisi del quadro normativo

La disciplina copre un ambito
attualmente privo di disciplina razionale; in tema, esistono solo previsioni
nei regolamenti comunali e negli strumenti di pianificazione. L’esigenza è
proprio quella di dare certezza agli operatori (tecnici che predispongono le
istanze di autorizzazione paesaggistica) ed alle amministrazioni (comuni che
rilasciano le autorizzazioni e soprintendenze che le possono annullare) sui
contenuti delle attività da svolgere e sulla documentazione rilevante.

c) Analisi della compatibilità
dell’interevento con l’ordinamento comunitario

L’intervento non incide con
l’ordinamento comunitario; l’unico punto di contatto con una disciplina
sopranazionale concerne la Convenzione europea del paesaggio, aperta alla firma
nell’ottobre del 2000, i cui principi sottintendono l’esistenza di discipline
tecnico-operative come quella in esame.

d) verifica della coerenza con le
fonti legislative primarie che dispongono il trasferimento di funzioni alle
regioni ed agli enti locali

La disciplina rientra nella
tutela del patrimonio culturale, riservata alla potestà legislativa statale,
riguarda l’esercizio di competenze attribuite dal Codice alle regioni ed è
stata pertanto oggetto di intesa in Conferenza Stato-Regioni, come previsto
dall’articolo 146, comma 3, citato.

2. Elementi di drafting o
linguaggio normativo.

La disciplina non abroga, né
integra una normativa preesistente.

Il testo non introduce
definizioni normative in senso proprio, ma utilizza terminologie il cui
significato è generalmente condiviso non soltanto dagli operatori del settore
dell’architettura e della pianificazione del paesaggio, ma anche dai tecnici
non particolarmente qualificati (geometri).

3. Ulteriori elementi.

Le esigenze di disciplinare la
materia sono state sollecitate anche dalla giurisprudenza, che ha ravvisato
nella mancanza di parametri sul contenuto delle istanze di autorizzazione
paesaggistica e sul corredo documentale uno dei principali fattori di
incertezza ed arbitrarietà delle valutazioni amministrative.

Analisi dell’impatto della
regolamentazione

a) Ambito dell’intervento,
destinatari diretti e indiretti L’intervento concerne i contenuti delle istanze
di autorizzazione paesaggistica richiesta per tutte le trasformazioni rilevanti
del territorio sottoposto a vincoli paesaggistici. I destinatari diretti
dell’intervento sono tutti i soggetti che richiedono le autorizzazioni
paesaggistiche, i tecnici da essi incaricati (in massima parte architetti o
geometri) per predisporre dette istanze e di progetti e l’ulteriore
documentazione ad esse allegata, ed i funzionari delle amministrazioni preposte
al rilascio della autorizzazioni che devono valutare la compatibilità
paesaggistica dei progetti. La regolamentazione non coinvolge direttamente e
percepibilmente sotto il profilo economico altre categorie.

b) Obiettivi e risultati attesi

gli obiettivi attesi consistono
nella razionalizzazione dei contenuti delle istanze e dei relativi processi
valutativi da parte delle amministrazioni pubbliche; l’intervento costituisce
uno dei fattori che dovrebbero permettere di trasformare un sistema
vincolistico caratterizzato dall’assenza di criteri e parametri generali
oggettivi (e quindi dalla estrema soggettività delle decisioni) in un sistema
di vincoli verificabili e sindacabili, la cui portata quindi (se non sempre condivisa)
risulti quanto meno comprensibile e socialmente accettata.

c) Illustrazione della
metodologia di analisi adottata l’analisi che ha condotto alla definizione
dell’intervento si fonda sull’esperienza diretta dei rappresentanti dei livelli
istituzionali che hanno partecipato all’elaborazione.

d) Impatto diretto e indiretto
sull’organizzazione e sull’attività delle pubbliche amministrazioni

La disciplina consentirà alle
amministrazioni (soprattutto locali) di disporre di criteri di valutazione
generali o delineati sulle specificità del proprio territorio. La
regolamentazione si accompagna all’istituzione da parte delle regioni di un
apposito organo tecnico (ai sensi dell’articolo 148 del Codice, la commissione
per il paesaggio, con ambito tendenzialmente sovracomunale), che è chiamato ad
applicare la nuova disciplina.

e) impatto sui destinatari
diretti la nuova disciplina organizza in base a parametri certi e differenziati
lo svolgimento di attività che già sono implicitamente richieste dalla normativa
di livello legislativo ed in assenza delle quali l’iter autorizzatorio non
potrebbe avere corso.

Ci si attende che la eventuale
crescita dei costi strumentali alla realizzazione dei progetti di
trasformazione del territorio, gravante sui committenti, sia largamente
compensata dai benefici in termini di speditezza dei procedimenti ed
accuratezza delle valutazioni, con diminuzione del relativo contenzioso (oggi
cospicuo e defatigante).

f) Impatto sui destinatari
indiretti

la nuova disciplina alimenterà il
mercato delle professioni tecniche (architetti, ingegneri, geometri) connesse
al settore e solleciterà le connesse attività formative (destinate sia ai
professionisti che ai funzionari pubblici) ed educative, in ambito
universitario e scolastico.